Una precisazione prima di iniziare. Questi 10 consigli sono
frutto di un’esperienza personale e pertanto sono ispirati da suggestioni
vissute in prima persona, che, si sa, vengono condizionate dalle circostanze
imprevedibili e irripetibili del momento in cui vengono vissute. Per avere un
elenco razionale delle cose da fare in città ci sono ottime guide turistiche e
riviste di viaggio, questo post non ha certo la pretesa di essere esaustivo, ma
vuole offrire spunti sparsi e molto personali per chiunque voglia creare un
proprio percorso di scoperta della città.
1)
Trovare le tracce del Muro
Ripercorrere il tracciato del muro che per
ben 28 anni, dal 1961 al 1989, spaccò in due la città di Berlino, dividendo e
confinando i suoi abitanti e causando 138 vittime nella capitale tedesca, è un
viaggio toccante in una storia entrata soltanto di recente nelle pieghe del
passato. Lungo i 160 chilometri del suo
perimetro affiorano i lacerti di questo passato prossimo, un tempo quotidianità
dei berlinesi, oggi ricordo di un’epoca conclusa. In città esistono molti
luoghi in cui la presenza del muro riaffiora e fa riflettere. Si va dal centro
di documentazione con annessa torre panoramica, alle torrette di guardia, al Checkpoint Charlie, il famoso punto di
passaggio tra le due Berlino, fino alla variopinta East Side Gallery, dove il
muro da scenario di oppressione e divisione è diventato la più grande galleria all’aperto di graffiti
del mondo, immagine di una realtà rinnovata in nome del cambiamento.
2)
Ammirare i dipinti di Friedrich alla Alte
Nationalgalerie
Monaco
in riva al mare e Abbazia nel
querceto sono due delle opere più emblematiche della pittura di Friedrich,
a cui è dedicata una sala intera della prestigiosa galleria della Alte
Nationalgalerie. Si tratta di opere immense, che sgomentano per l’intrinseca
solennità , per il senso di tensione verso l’infinito. Lo shock provocato dal Monaco in riva al mare fece
esclamare ai suoi contemporanei “non c’è niente da guardare”, forse perché un
qualche accenno di vita, un evento atmosferico, una barca stagliata
all’orizzonte avrebbe potuto in qualche modo attenuare quel senso di angoscia,
smarrimento e attesa che anima lo sguardo umano di fronte alla vastità della
natura. I dipinti di Friedrich vivono di un’atmosfera onirica, intensamente
malinconica, a confine tra la vita e la morte. Per chi ama la cultura romantica
ottocentesca una tappa alla Alte Nationalgalerie è imperdibile.
3)
Riscoprire le storie mitiche raccontate nel
fregio dell’Altare di Pergamo
L’altare di Pergamo è ospitato nel museo
che da esso prende il nome: il Pergamonmuseum. L’audioguida permette una
visione approfondita di tutto il complesso architettonico e dell’annesso
impianto decorativo. L’altare è stato infatti ricostruito con le sue
proporzioni originali, mentre i rilievi dei lati non visibili sono stati
posizionati lungo le pareti perimetrali. Il fregio racconta la lotta tra gli
dèi olimpici e i titani, i primi raffigurati in pose erette, statuarie,
imperturbabili e sicuri dell’esito vittorioso della lotta, i secondi con forme
bestiali, in atteggiamenti scomposti e in pose deformate, schiacciati dalla
forza soverchiante degli avversari. Saliti i gradini dell’altare ci si ritrova
nella corte interna dove con un repentino cambio di registro stilistico è
narrata la vita di Telefo, figlio di Ercole, che è l’unico mortale a prendere
parte alla battaglia vittoriosa degli dèi olimpici contro i titani.
4)
Fissare lo sguardo enigmatico di Nefertiti
Un’intera sala di forma ottagonale e a
cupola è dedicata interamente al busto in gesso della regina Nefertiti, moglie
del faraone monoteista Akhenaton della XVIII dinastia, vera icona del Neues
Museum, tornata visibile dopo il restauro dall’ottobre del 2009. Il nome
Nefertiti significa “la bella è venuta”, tanto bella da sembrare finta perché
c’è stato chi ha sostenuto che il busto della regina fosse in realtà un falso
Art Déco, introdotto ad arte nel laboratorio dell’ignoto scultore di Amarna
dove fu trovato nel 1912 dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt. I più
continuano però a credere nella sua autenticità, la cui bellezza magnetica
incanta chiunque la osservi. D’eccezione anche la cornice in cui l’opera è
conservata: il Neues Museum, rinato dopo il restauro dell’architetto inglese
David Chipperfield, il cui motto “conservare è meglio che rifare” ha ispirato
un recupero dell’edificio che non ha cancellato le tracce delle devastazioni provocate
dai bombardamenti tra il 1943 e il 1945. In questo museo la storia non è solo
raccontata dai preziosissimi reperti della collezione di arte egizia, ma è
stratificata nell’edificio stesso, in cui si scorgono qua e là i fori dei
proiettili e le tracce scure degli incendi sulle antiche colonne.
5)
Alexander Platz o Potsdamer Platz?
Non potrebbero essere più diverse due delle
piazze più rappresentative della città di Berlino. La prima, vastissima, si
estende in orizzontale, è uno spazio urbano cosmopolita, attraversato dalla
frenesia cittadina e animato dalle performance di giovani musicisti. Qui
svettano la Torre della Televisione e la Weltzeituhr, un orologio gigante che
indica le ore del mondo. La seconda si protende in verticale con la sua elegante
copertura di vetro, acciaio e tela, è un elegante salotto cittadino, sede del
Sony Center e del Museo e Biblioteca del Cinema, in cui trovare un’atmosfera
accogliente e ovattata, perfetta per il relax. Ognuno scelga la sua preferita,
pur così diverse entrambe le piazze sono entrambi luoghi in cui è ben visibile
quella attitudine dei berlinesi a vivere il suolo pubblico e la loro città.
6)
Attraversare il monumento alla memoria
dell’Olocausto
Il “memoriale delle polemiche” così è stato
definito il Memoriale per gli ebrei d’Europa assassinati a causa delle forti
critiche suscitate dal monumento ideato dall’architetto Eisenman. Il Memoriale
sorge su di un’area di 19mila metri quadrati compresa tra la Porta di
Brandeburgo e la Potsdamer Platz e si compone di 2751 stele grigio scure di
cemento armato di diverse dimensioni e altezze, disposte l’una accanto
all’altra, come un immenso cimitero, dove però non vi sono nomi, dediche,
incisioni, simboli, nulla che possa sollecitare una reazione diretta. È un monumento senza
ingresso preciso: per entrare basta imboccare uno qualunque dei mille corridoi,
per poi perdersi all’interno. Il terreno su cui sono poste le stele è ondulato
per cui quando scende, i blocchi di cemento si fanno sempre più alti, fino a
dare un senso di caduta verso il basso, verso l’oscurità. A risposta delle polemiche sorte a proposito
delle scelte progettuali Eisenmann ha risposto “Avrebbero preferito una
scultura di quattro ebrei magri, tristi e piegati dalla disperazione… Ma questo
è un monumento dedicato all’oppressione di tutti. Ho sbattuto questo monumento
direttamente in faccia al mondo, di fianco alle porte di Brandeburgo, a 300
metri dal Reichstag, nei giardini della vecchia aristocrazia tedesca, a pochi
metri dai bunker di Goebbels e di Hitler. È
nel cuore dell’Europa. Sarà qui per sempre”.
7)
Guardare la realtà attraverso una lente
d’ingrandimento nei quadri della Nuova Oggettività di Grosz e Otto Dix esposti
alla Neue Nationalgalerie
I dipinti degli artisti della Nuova
Oggettività hanno l’effetto di una doccia gelida, di uno schiaffo violento.
Questo movimento artistico nasce all’indomani della prima guerra mondiale, nel
tragico dopoguerra tedesco. Le immagini amare, ciniche restituiscono con fredda
e impietosa lucidità la realtà malata di quegli anni, soffermandosi sui
dettagli ingigantiti ed estremizzati di una realtà che sopravvive moribonda e
si trascina nella corruzione. Una testimonianza eloquente che non può lasciare
indifferenti.
8)
Partecipare ad una visita organizzata
dall’associazione Berliner Unterwelten
Il nome dell’associazione significa
“Sottomondi Berlinesi” e dal 1997 si occupa di rendere agibili le strutture
racchiuse nel sottosuolo. Berlino tra il 1943 e il 1945 fu sottoposta a
massicci bombardamenti da parte dei bombardieri anglo-americani e i berlinesi
trascorsero due estenuanti anni nei rifugi sotterranei. L’associazione
organizza tour guidati, anche in italiano, per riscoprire questi luoghi. Sul
sito http://berliner-unterwelten.de
ci sono tutti i dettagli per prenotare, tra i tour vi consiglio quello che
conduce attraverso i resti di due dei sette livelli della torre antiaerea di
Huboldthain, una fortezza bunker in cui trovarono rifugio più di 15000 civili.
9)
Una visita agli scatti della Fondazione
Helmut Newton
Il celeberrimo fotografo di moda è nativo
di Berlino, che dovette lasciare in seguito alle leggi razziali. Poco prima
della sua morte, avvenuta in un incidente d’auto a Hollywood nel 2004, creò la
Fondazione Helmut Newton in uno stabile, capolavoro dell’edilizia popolare, per
conservare il suo lavoro e quello della moglie, Alice Springs. Al pianoterra si
trova esposta una curiosa collezione di oggetti personali, cover, allestimenti
legati alla vita privata e professionale del fotografo, mentre i piani
superiori sono riservati a parte della collezione della Fondazione e ad
esposizioni temporanee. Nel periodo in cui ho visitato la fondazione ho avuto
la fortuna di poter vedere la mostra degli scatti Polaroid di Helmut Newton:
una vera chicca! (se ti interessa esiste un libro Taschen interamente dedicato a
questa serie di scatti).
10)
Vita di cortile nel complesso di Hackesche Höfe
Non mancare di fare una visita agli otto
cortili con caffè e negozi che formano il complesso di Hackesche Höfe, in puro stile
liberty. L’insieme si presenta come un tranquillo e curioso labirinto di
corti e corridoi, da percorrere liberamente a caccia di acquisti originali da
portare con sé al ritorno a casa. Segnalo anche in tema di locali curiosi il
non distante Kunsthaus Tacheles in Oranienburger strasse, un centro d’arte
ricoperto da graffiti, che ospita performance pittoriche e musicali, mostre,
caffè, cinema.
Siete autorizzati a copiare il contenuto del blog a patto che citiate sempre esplicitamente la fonte con un link.
Nessun commento:
Posta un commento