Ne approfitto per parlarti di uno spettacolo teatrale
meraviglioso che ho visto al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano in
questo inizio di nuovo anno. Parlo dell’ultima creazione ideata da Victoria
Thierrée Chaplin con protagonista la figlia Aurélia Thierrée.
Murmures des
murs, Mormorii dei muri, questo il titolo, è uno spettacolo che ha le movenze
di un sogno, e come i sogni le immagini compaiono misteriose, evocative,
cariche di simboli e tensioni.
L’unico dato di realtà è che i muri del titolo
stanno per essere demoliti; ma nell’ultima notte prima di scomparire, in cui
tutto sembra possibile, essi sprigionano tutta la vita trattenuta di chi li ha
abitati, sussurrano i loro segreti.
I muri hanno occhi, orecchi, cuore perché
hanno racchiuso, come forzieri i tesori, vite in transito, sospese nel loro
farsi. Amore, desiderio, rabbia, paura, emozioni si animano in scena grazie
alla camaleontica versatilità e il trasformismo degli attori, dando così vita a
scene a volte tragiche, altre lievi e comiche.
Tutto accade perché i luoghi
parlano di noi, sono memoria, racconto, sono della stessa sostanza di cui sono
fatti i respiri. E allora basta ascoltare, in silenzio, con il cuore teso: i
muri parleranno di noi.
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