Le
Biblioteche, anche le più piccole e periferiche, non sono più semplicemente
luoghi di ritiro e prestito libri, ma spazi culturali dove vengono ospitati
eventi originali e curiosi. Almeno si prova a renderle tali, nonostante la
scarsità delle risorse a disposizione. Così l’auditorium della Biblioteca di
Mezzago, alcuni mesi fa, si è trasformato in un teatro della moda ai tempi di due donne che da
sempre fanno parlare di sé e incuriosisco ancora oggi: Maria Antonietta e
Paolina Bonaparte.
Maria Antonietta, prima di
passare ad un guardaroba sobrio, influenzato dalle idee rousseauniane di una
vita vissuta all’aria aperta e a contatto con la natura, prediligeva usare a
corte abiti sontuosi, di gusto rococò, carichi di nastri e sfarzosi ornamenti.
A spiccare erano le acconciature, dette poufs,
che potevano essere alte quasi un metro e ospitare opere in miniatura che
alludevano alla condizione di chi le portava: la riproduzione di un bambino con
balia per indicare un recente parto, un’urna funeraria per una vedova oppure complicate
pettinature che rimandavano ad una passione alla moda come i viaggi in pallone
o ad avvenimenti politici come la Rivoluzione americana. Come è ben noto, la
pulizia non era molto diffusa nel Settecento, anche negli ambienti ricchi e
aristocratici, e i pidocchi erano un problema diffuso; per questo ogni dama
disponeva di uno spillone da infilare nelle acconciature per trovare sollievo
al forte prurito. Altro metodo era quello di inserire nell’acconciatura un
piccolo contenitore riempito di sangue in modo da attirare i parassiti e limitare
il fastidio: un rimedio davvero disgustoso!
Ai tempi di Napoleone la moda
cambia profondamente e la scelta dell’abito diventa indicatore della tendenza
politica di chi lo indossa. L’abito maschile acquista attributi militari con
l’impiego di medaglie, stemmi e ricami in filati preziosi. Quello femminile
diventa sobrio e delicato, caratterizzato dall’alto punto vita. I risvolti sanguinosi
della Rivoluzione francese segnano l’immaginario al punto da lasciare traccia
anche nella moda: una stola rossa che si prolunga per arrivare a terra
impreziosisce l’abito femminile rimandando al sangue versato durante il Regime
del Terrore, mentre per l’uomo si diffonde la moda di portare il collo alto
fino a coprire il mento, per alludere alla ghigliottina.
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