Quest’estate a Palazzo Reale non mancano gli appuntamenti da
non perdere. Tra questi c’è sicuramente la mostra dedicata a Guido Crepax, pensata
per celebrare questo artista a 10 anni dalla sua scomparsa e a 80 anni dalla
sua nascita offrendo una panoramica della sua attività, non soltanto come
fumettista, anche come illustratore di libri, giornali, copertine di dischi,
e come ideatore di grafiche pubblicitarie, scenografie e originali giochi da tavolo per i suoi familiari.
Tra tavole originali, filmati, oggetti personali veniamo
immersi nel poliedrico mondo creativo di Crepax, attraverso un allestimento scenografico
con oltre trenta sagome di Valentina a grandezza naturale, collocate nelle sale
storiche di Palazzo Reale di Milano.
La mostra è divisa in sezioni: la Moda, il Design, la
Letteratura, il Cinema, la Fotografia, la Musica, l’Arte, con lo scopo di evidenziare
le incursioni di Crepax nel gusto e nella società del suo tempo. Tra rimandi,
citazioni, richiami più o meno espliciti scopriamo la vivace cultura di questo
geniale fumettista, capace di interpretare le tendenze e le mode,
influenzandole a sua volta. Elemento centrale l’erotismo e la sensualità di cui
Valentina divenne icona.
Attaccato duramente dalle femministe italiane, che
vedevano in Valentina una donna schiava, vittima, prigioniera, nelle sue
intenzioni Crepax volle invece creare un personaggio femminile fuori dagli
schemi e dalle convenzioni, una creatura affascinante che da presenza
secondaria, in quanto fidanzata di Philip Rembrandt, alter ego dell’autore, riuscì
a imporsi nella mente del suo creatore, fino a diventarne indiscussa padrona.
Da dove nacque questa idea fissa, questa fascinosa anima
delle sue tavola? Crepax confessò di essere rimasto segnato dal volto di
un’attrice statunitense del cinema muto: Louise Brooks, che scoprì solo in
tarda età, grazie ad uno scambio epistolare nato quasi per caso, di essere
diventata la musa di un grande artista italiano.
Crepax attinse dalle riviste di moda
Si fece influenzare dal cinema di Truffaut
Diede libero sfogo alla sua passione per la musica, ispirata
in lui dal padre, primo violoncellista della Scala
Seppe essere sempre attento alle tendenze in fatto di design
Ormai artista di successo, volle affrontare la sfida di illustrare alcuni tra i
maggiori capolavori della letteratura
E diede sfogo alla sua passione per l’arte, citando Picasso
e rendendo veri e propri personaggi di alcune delle sue tavole le forme astratte
dei quadri di Kandinsky
Eppure, non amava viaggiare, il suo mondo si animava soltanto
quando si trovava solo, nello studio, a Milano, e poteva ascoltare entrare
dalla finestra l’eco dello sferragliare dei tram e dei rumori della sua città.
Informazioni: La
mostra è a ingresso gratuito e si
tiene a Palazzo Reale di Milano fino al 15 settembre. Orario: Lunedì
14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30;
giovedì e sabato 9.30-22.30.
giovedì e sabato 9.30-22.30.
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