mercoledì 6 agosto 2014

L'arte tra le pagine: Sacré Bleu di Christopher Moore

Vorrei con questo post inaugurare una nuova rubrica dal titolo "L'arte tra le pagine", vale a dire romanzi, saggi o cataloghi che hanno per soggetto l'arte e i suoi protagonisti. Penso che estenderò approfondimenti di questo tipo anche alle pellicole cinematografiche con lo stesso tema, ma iniziamo dalle letture.




Come prima proposta non potevo esimermi dal consigliare uno dei romanzi sull'argomento che ho amato particolarmente: Sacré Bleu di Christopher Moore.
Questo romanzo mi ha conquistato con il suo ritmo, la sua ironia, l'abilità con cui l'autore inserisce con arguzia frasi o battute che alludono ad una specifica teoria pittorica o movimento artistico, stigmatizzandone la cifra stilistica.
Christopher Moore sa creare un gioco accattivante con la sua capacità di trattare argomenti alti, sacri, con ironia grottesca e spietata irriverenza.
L'autore ha saputo rimescolare con maestria fatti realmente accaduti per creare una trama del tutto innovativa e spiazzante.
La sua fantasia e il suo sarcasmo investe tutta la storia dell'arte, ma si sofferma in particolare sugli artisti della Parigi di fine Ottocento, anime erranti nei quartieri di Montmartre e Montparnasse.
Al centro della vicenda il colore blu oltremare, dalle origini misteriose e dal valore inestimabile, capace di stregare e soggiogare gli artisti che ne fanno uso.
Sacré Bleu è una riflessione, che mai nessuno prima di Christopher Moore aveva osato fare con la stessa libertà immaginativa, sull'ispirazione e sul prezzo di ogni creazione artistica.
Se amate Toulouse-Lautrec, Monet, Pissarro, Manet, Van Gogh, Renoir, Whistler, Gauguin, Berthe Morisot, e siete curiosi di conoscere il fornaio aspirante pittore Lucien, non vi resta che iniziare a leggere questa storia affascinante!


"Sai, Renoir ripeteva sempre che sono tutte una donna sola, la stessa. Un ideale."

Renoir a Toulouse-Lautrec:
"Monsieur, non si abbatta. Degas odia tutti. Sarà anche il miglior scultore vivente, oggi che la sua vista è troppo deteriorata per dipingere, ma le svelo un segreto. Le sue ballerine, per lui, sono cose. Oggetti. Non prova alcun affetto per loro, Le ballerine che dipinge lei, Monsieur, vivono. Vivono sulla tela perché lei le ama, no?"

"Monet lavorava come se nulla dipendesse da un processo razionale - la sua mente non faceva altro che convogliare il colore dagli occhi alla tela, come lo stenografo che in tribunale trascrive un processo intero e, mentre le parole passano dall'orecchio alla carta, resta ignaro di ciò che accade in aula. Monet aveva fatto di se stesso una macchina che mieteva colore."

Toulouse-Lautrec che parla di Gauguin:
"Ce l'ha con me perché non voglio unirmi a nessuno dei suoi movimenti. Cloisonnistes? Ma cosa vuol dire? Separare i colori e metterli in fila. La stampa giapponese con un nome nuovo."

"Seurat aveva inventato e perfezionato il puntinismo, una tecnica basata su una teoria del colore inattaccabile, ma temeva di esserne rimasto prigioniero. Si rese conto che a volte l'arte sta in cosa hai da dire, non in come lo dici."







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