venerdì 11 maggio 2012

La moda ai tempi di Maria Antonietta e Paolina Bonaparte

Le Biblioteche, anche le più piccole e periferiche, non sono più semplicemente luoghi di ritiro e prestito libri, ma spazi culturali dove vengono ospitati eventi originali e curiosi. Almeno si prova a renderle tali, nonostante la scarsità delle risorse a disposizione. Così l’auditorium della Biblioteca di Mezzago, alcuni mesi fa, si è trasformato in un teatro della moda ai tempi di due donne che da sempre fanno parlare di sé e incuriosisco ancora oggi: Maria Antonietta e Paolina Bonaparte.





Maria Antonietta, prima di passare ad un guardaroba sobrio, influenzato dalle idee rousseauniane di una vita vissuta all’aria aperta e a contatto con la natura, prediligeva usare a corte abiti sontuosi, di gusto rococò, carichi di nastri e sfarzosi ornamenti. A spiccare erano le acconciature, dette poufs, che potevano essere alte quasi un metro e ospitare opere in miniatura che alludevano alla condizione di chi le portava: la riproduzione di un bambino con balia per indicare un recente parto, un’urna funeraria per una vedova oppure complicate pettinature che rimandavano ad una passione alla moda come i viaggi in pallone o ad avvenimenti politici come la Rivoluzione americana. Come è ben noto, la pulizia non era molto diffusa nel Settecento, anche negli ambienti ricchi e aristocratici, e i pidocchi erano un problema diffuso; per questo ogni dama disponeva di uno spillone da infilare nelle acconciature per trovare sollievo al forte prurito. Altro metodo era quello di inserire nell’acconciatura un piccolo contenitore riempito di sangue in modo da attirare i parassiti e limitare il fastidio: un rimedio davvero disgustoso!




Ai tempi di Napoleone la moda cambia profondamente e la scelta dell’abito diventa indicatore della tendenza politica di chi lo indossa. L’abito maschile acquista attributi militari con l’impiego di medaglie, stemmi e ricami in filati preziosi. Quello femminile diventa sobrio e delicato, caratterizzato dall’alto punto vita. I risvolti sanguinosi della Rivoluzione francese segnano l’immaginario al punto da lasciare traccia anche nella moda: una stola rossa che si prolunga per arrivare a terra impreziosisce l’abito femminile rimandando al sangue versato durante il Regime del Terrore, mentre per l’uomo si diffonde la moda di portare il collo alto fino a coprire il mento, per alludere alla ghigliottina.           



















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