sabato 2 giugno 2012

Passeggiare in Primavera: Palazzo Castiglioni e il Liberty a Milano


La Primavera è un momento prezioso dell'anno: perfetto per stare all'aria aperta, ma di breve durata.
Prima che la città diventi un deserto di asfalto bollente, è bellissimo sfruttare la dolcezza delle giornate soleggiate di questi mesi, quando le città sono ancora vive e possono essere riscoperte nel fine settimana.
Con questo post vorrei iniziarne una breve serie per consigliarvi piacevoli e curiose passeggiate nel centro di Milano.
L'unica regola da seguire è abbandonare ogni frenesia e riscoprire la meraviglia di alzare lo sguardo, prestare l'attenzione a un dettaglio e dimenticare lo scorrere del tempo.

Inizio con una delle zone a mio parere più belle di Milano: corso di Porta Venezia e dintorni. Qui si trovano i migliori esempi del Liberty a Milano, un movimento artistico che personalmente amo molto per la grazia e morbidezza delle forme e per il suo ispirarsi alla natura. Si tratta di uno stile decorativo che mi fa sognare, evocando giardini fioriti e abissi marini.


Partiamo da Palazzo Castiglioni in Corso Venezia al num. 47 (potete scendere alla fermata della metropolitana Palestro-Linea Rossa).
Vai dalla parte opposta della strada: la facciata merita uno sguardo d'insieme. Solo così si può apprezzarne la mancanza di simmetria, le sporgenze ruvide e irregolari di bugnato che conferiscono alla facciata un aspetto grezzo, come se si trattasse di una parete rocciosa. Non ci si stupisce che il palazzo, voluto dall'ingegnere Eugenio Castiglioni e dall’architetto Sommaruga, suscitò non poco scalpore se si osserva il contrasto con le facciate pulite e equilibrate dei palazzi neoclassici che costeggiano tutto il resto di corso Venezia.



Come se l'edificio non avesse suscitato sufficiente scalpore, ai lati dell’ingresso vi erano due figure femminili monumentali che giravano le spalle ai passanti mostrando le natiche nude e sembravano invitare ad entrare nel palazzo. L'edificio fu presto soprannominato dai milanesi "Cà di ciapp". Ma queste provocanti presenze femminili non furono tollerate a lungo e, dopo essere state protagoniste di irriverenti vignette umoristiche, vennero rimosse. Ora si trovano alla clinica Columbus, lontane da occhi indiscreti. Tolte le due donne, si aggiunse in seguito un fregio sopra l’ingresso realizzato con motivi vegetali e con la testa di un bimbo che fa capolino ed osserva curioso una lumaca, anche questo un simbolo usato spesso nel Liberty.

Credo che nella sala d'ingresso si possa entrare per dare un'occhiata, chiedendo il permesso in portineria. Ma se si vogliono scoprire anche altri ambienti del palazzo si può partecipare alle visite che periodicamente vengono organizzate dal Centro Guide Milano (www.centroguidemilano.net): occasioni da non perdere! (le foto degli interni del Palazzo  che pubblico in questo post sono state scattate da me proprio durante una di queste visite guidate).

Un tempo l’edificio ospitava al piano terra l’ufficio dell’ingegner Castiglioni, al primo piano i suoi appartamenti, mentre il secondo piano veniva affittato. Questo tipo di utilizzo fu una novità, pensata anche per sostenere la manutenzione del complesso.
Nell’atrio si possono ammirare i capolavori in ferro battuto opera di Mazzuccotelli: le lampade, la cancellata d'ingresso, la ringhiera dello scalone principale e le fioriere.
Nella realizzazione di questi oggetti l’artista utilizzò, come decretava il Liberty, la linea curva, sinuosa, riferendosi sempre alla natura, agli elementi vegetali e animali ed anche alle curve del corpo femminile.




Ognuno può scegliere il suo dettaglio preferito: il mio è stato questa conchiglia gigante posta con la sua gemella agli angoli del corridoio a piano terra.

Si sale al primo piano tramite due scale che si uniscono in un unico scalone che porta al secondo piano. Da qui si ammirano le vetrate e il lucernario e si può osservare il perfetto connubio voluto dal Liberty tra vetro e ferro, due materiali diversi, uno fragile e l'altro pesante, ma che, sottoposto a calore, diventa duttile e modellabile.



Al primo piano si visita la sala dei pavoni interamente decorata alle pareti con pavoni dorati su fondo rosa.




Tornati a piano terra, si osserva la facciata opposta a quella principale, che guarda verso la Villa reale. Sembra quasi di essere in una serra molto luminosa, impreziosita dalla fioriera in ferro a balconcino di Mazzuccotelli. Per colmare il dislivello che presentava il terreno, vennero realizzate due scale che permettono di scendere nel giardino retrostante.



Usciti da Palazzo Castiglioni andate in via Melegari al num. 2 per vedere l'originale Casa Fidia, che ad ogni lato presenta una facciata diversa dall'altra attraverso l'accordo di elementi romani (arco), greci (timpano) e l'impiego del mattone, tipico della tradizione ambrosiana. L'inserimento poi di un elemento architettonico di colore giallo sembra un omaggio allo stile della Secessione viennese. Un patchwork che non può lasciare indifferenti.

Poco distante, in via dei Cappuccini al num.8, Casa Berri-Meregalli, in stile eclettico. È l’ultimo esempio di Liberty a Milano.



Dai una sbirciatina al corridoio d'ingresso: in fondo si vede una inquietante e aristocratica testa marmorea dell'artista Adolfo Wildt.


Di questo artista è anche l’originale ex citofono della poco distante Casa Sola-Busca in via Serbelloni: un gigante orecchio di marmo pronto ad ascoltare.



Nei dintorni di Corso Venezia alzate lo sguardo in via Malpigli al num. 3 per ammirare la facciata ricoperta di piastrelle in ceramica di Casa Galimberti, costruita dall’architetto Bossi: un tripudio di giovani figure femminili e maschili immersi in una natura bucolica e rigogliosa, un antidoto al proverbiale grigiore della città.



Nella stessa via c’è Casa Guazzoni al num. 12, visitabile su appuntamento la prima domenica del mese dalle 9 alle 13 (tel.3487306402).


In fondo alla via, ad angolo, un edificio sempre in stile liberty presenta sopra il portone d’ingresso un volto di donna che ricorda le raffinate stampe pubblicitarie di Mucha. Questo edificio fu un tempo un magazzino per carrozze, un’officina, ed ora è una biblioteca.


Con i consigli mi fermo qui, anche se la zona è ricca di molti altri particolari da scoprire: questo post vuole solo essere un assaggio...
Una ragione in più per passeggiare nei dintorni di corso Venezia in primavera: le facciate dai decori floreali sono impreziosite dalle fioriture sui balconi in un tripudio di bellezza!





Siete autorizzati a copiare il contenuto del blog a patto che citiate sempre esplicitamente la fonte con un link.







Nessun commento:

Posta un commento