sabato 2 febbraio 2013

L’ARTISTA SI PRESENTA: ARNALDO POMODORO

Si tratta di un artista che molti di voi conosceranno. È famoso in tutto il mondo e le sue opere sono presenti in moltissime piazze, non solo italiane. Arnaldo Pomodoro nasce nel 1926 nelle Marche. La sua è un’attività ancora oggi molto ampia. Fece scuola di geometra, e studi di economia all’università. Grandissima è da sempre la sua passione per il teatro, a partire dalle tragedie greche di cui si è fatto spesso interprete attraverso spettacolari allestimenti scenici. Alla fine degli anni ’40 frequenta l’Accademia d’arte e a metà degli anni ’50 si trasferisce a Milano. Arnaldo Pomodoro lavora con i metalli. Le sue sculture sono caratterizzate dalla ripresa della figura geometrica (sfere, colonne, cilindri): è questo che dichiara la sua radice antica, egli dimostra di guardare all’arte di Piero della Francesca, ma di reinterpretarla in maniera del tutto personale. Le forme geometriche perfette devono infatti essere distrutte dall’uomo della modernità: è come se egli dicesse “questa matrice è in me, ma io, uomo della modernità, non posso non aprire la sfera per vedere cosa c’è dentro”. E infatti la sfera si apre e lascia vedere ruote dentate, altre sfere, microcip, meccanismi.
 



Tutte le opere di Pomodoro sono impostate sulla dialettica tra esterno, liscio, lucido, e interno, ombroso, acuminato. E inoltre l’esterno lucido riflette tutto ciò che sta attorno all’opera, che è spesso collocata non in un museo, ma nello spazio urbano.

 


Sono sculture che parlano del rapporto tra forma aurea e forma contaminata dell’odierno. I meccanismi, gli ingranaggi sono l’interiorità: queste lacerazioni sono ferite aperte, ma anche quel tramite che permette di penetrare la forma geometrica di partenza.
Mirabile la capacità delle opere di Pomodoro di rapportarsi con l’ambiente circostante come nel caso della mostra in Piazzale Michelangelo, a Firenze, dove la Colonna del Viaggiatore dialoga in lontananza con il campanile giottesco. Oppure come nel caso del 2003, quando all’artista è stato chiesto di installare 40 opere nel giardino del Palais Royal di Parigi: le sue sculture dialogano con la cultura classica del palazzo e del luogo e si integrano nella vita quotidiana dei passanti.


 



 
 

Da ricordare anche la Fondazione Arnaldo Pomodoro, fondata a Milano agli inizi degli anni ’90 e, a partire dal 2000 circa, collocata in via Solari, in un ex spazio industriale. Nel 2008 il luogo vince il premio come miglior riadattamento di uno spazio industriale ai fini d’arte. All’interno si trova un teatro con scenografia interamente creata da Pomodoro. Purtroppo questo spazio espositivo è stato chiuso per difficoltà tecniche, ma leggo sul sito che la fondazione aprirà un nuovo spazio espositivo in via Vigevano, 9. Un ritorno di cui non si può che essere in trepida attesa!
Un altro luogo a Milano legato ad Arnaldo Pomodoro è la Sala delle Armi del Museo Poldi Pezzoli. Pomodoro pensa ad una allestimento di forte suggestione con le armature e armi che sembrano prendere vita, come in Pomi d’ottone e manici di scopa! Il tutto avvolto in una luce di penombra studiata per valorizzare i pezzi metallici degli armamenti militari.

 

Recentemente ho avuto la fortuna di poter vedere la mostra “Il teatro scolpito”, allestita a Palazzo Reale di Torino. Si trattava di un’esposizione di tutto il materiale di scena scaturito dalla sterminata ricerca sul teatro di questo artista. La mostra è stata una rivelazione, e l’ingresso era completamente gratuito.
Nella piazza antistante le sculture a grandezza naturale della scenografia per la tragedia Edipo Re: sulle piramidi e i coni lucenti d’oro si insinuano segrete e misteriose scritture geroglifiche che sembrano parlare di verità inconfessabili, destini avversi e sorti infelici. Temi questi centrali nella tragedia di Sofocle.

 
 
 
Vicino all’ingresso della prima sala della mostra le splendide ali d’oro di Icaro che un’illuminazione volutamente variabile faceva risplendere, brillare, o oscurare fino a farle sembrare di bronzo.
 
 
 
 

Arcano, enigmatico, magico l’allestimento pensato per la tragedia Cleopatra, che sembra ricordare un pianeta sconosciuto o una navicella spaziale, come se la dimensione spazio-tempo che conosciamo si fosse irrimediabilmente spezzata per le forze messe in scena. Mi ha ricordato Stargate!
 

Eleganti, preziosi, pieni di luce sono poi i costumi che parlano dell’Egitto Antico, di un terra lontana, esotica, ricca di mistero.
 

 

Spero che i contenuti e le immagini di questo post ti abbiamo interessato! Alla prossima ;)
 
 
 
 
 
 
 
 
Siete autorizzati a copiare il contenuto del blog a patto che citiate sempre esplicitamente la fonte con un link.


 

3 commenti:

  1. Il Carapace di Arnaldo Pomodoro
    Tenuta Castelbuono: degustazioni nella pancia della tartaruga.
    Sono andata a visitare i luoghi dove la famiglia Lunelli a tre generazioni "si cura" delle bollicine italiane - le Cantine Ferrari. E' stato chiamato il maestro delle architetture simboliche per creare un guscio speciale alla Tenuta di Castelbuono sulle colline umbre vicino a Bevagna. Questa zona, acquistata dai Lunelli nel 2001 le cosidette "dolci colline" viste da Pomodoro hanno rivelato un'uva prezios: 30 ettari del vitigno Montefalco Sagrantino. Per custodire queste "botticelle e botti" circa sei anni fa è stato chiamato Arnaldo Pomodoro che dalla curvatura delle botti ha preso l'ispirazione per "fabbricare" l'enorme carapace di bronzo. A fianco della immaginifica tartaruga, si nota una grossa freccia rossa conficcata nel terreno per segnalare l'opera nel paesaggio e il luogo della cantina. Interessante la visita e gli assaggi di quei vini particolarmente corposi e assai bevibili
    simonetta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero interessante! Non sapevo dell'esistenza di queste cantine. Ho cercato alcune foto su internet: che meraviglia! Grazie Simonetta per la segnalazione!

      Elimina
  2. Arnaldo Pomodoro: il poeta della geometria e dei particolari contenuti in essa, rivelata attraverso gli squarci costanti e taglienti delle sue magistrali opere.

    RispondiElimina