Andare in cerca delle tracce del Muro di Berlino non è un percorso che si può definire semplice, ma è sicuramente un’esperienza affascinante. È, potremmo dire, una sorta di pellegrinaggio per ricostruire o tentare di immaginare cosa doveva essere vivere in una capitale spaccata in due metà profondamente diverse, distanti, tra loro pressoché incomunicabili, e come potevano sentirsi i cittadini di questa realtà distopica, segregata, disarmonica.
Cercherò ora di fornire le indicazioni
utili per un percorso in cui si ritrovano alcune delle cicatrici sparse in vari
angoli della città.
Inizio con il MAUER PARK. Da
Alexanderplatz si deve prendere la U2 (direzione PANKOW) e scendere a
EBERSWALDES STR. Dalla fermata della metropolitana si deve seguire un cartello
blu con scritto Mauer Park. Il tragitto a piedi non è brevissimo, ma fattibile.
Arrivati al parco è meglio prendere la strada a destra dell’entrata, che prosegue
in salita. Così si raggiunge la parte superstite del muro, che confina con lo
stadio Jahn-Stadion. A differenza della famosa East Side Gallery, il muro è qui
lasciato all'originalità indipendente dei writer di passaggio: uno spesso
strato di colore dimostra che gli interventi creativi si sono succeduti nel
tempo fino a sovrapporsi e cancellarsi a vicenda. Il muro non è mai uguale a se
stesso e la suggestione di questo luogo nasce principalmente dal fatto che si
può avere la fortuna di vedere qualche writer al lavoro, ma anche
dalla sua atmosfera ovattata e silenziosa.
Dal parco bisogna tornare sulla
via principale e percorrerla. Il percorso a piedi per raggiungere il Memoriale
del Muro è piuttosto lungo, arrivati alla fermata della U8 BERNAUER STR. bisogna
proseguire, oltrepassandola. Si arriva ad una cappella. Consiglio di entrare
perché è possibile che vi siano esposizioni fotografiche legate alla vita nella
Berlino Est. Almeno questo è quello che è capitato a me: lungo le pareti erano
esposte foto che raccontavano l’infanzia al di qua del muro. Protagonisti i
bambini, gli unici capaci di trasformare un confine opprimente e invalicabile
in uno spunto per i loro giochi, nello scenario perfetto per le prove di
coraggio dei più grandicelli, nel traguardo per le corse in monopattino.
Proseguendo a piedi lungo
BERNAUER STR. si raggiunge il Centro di Documentazione. Il Centro è dotato di
una torretta panoramica dalla quale si può vedere un doppio tratto di muro
ancora conservato e una torre di guardia. Qui si può visitare l’esposizione
permanente di foto e filmati che documentano la vita nella Berlino Est, e in
particolare alcuni tentativi di fuga, estremamente pericolosi, che testimoniano
il grado di disperazione a cui si era giunti in quegli anni a causa della
povertà e della segregazione. Alcune di queste testimonianza sono decisamente crude,
sconvolgenti.
Davanti al Centro si estende un
parco dove alcune sezioni del Muro sono ancora in piedi, e dove è facile
immaginarne il tracciato in quando riprodotto da una lunga fuga di esili colonnine
di ferro che tracciano quello che doveva essere il perimetro.
Nel parco è ospitato anche un monumento toccante dedicato alle 136 vittime, 98 delle quali decedute nel tentativo di fuga, legate al Muro. Consiste in una serie di fotografie dei loro volti, sotto i quali sono stati messi dai passanti o dai loro cari piccoli sassolini bianchi o fiori di prato in segno di preghiera.
Nel parco è ospitato anche un monumento toccante dedicato alle 136 vittime, 98 delle quali decedute nel tentativo di fuga, legate al Muro. Consiste in una serie di fotografie dei loro volti, sotto i quali sono stati messi dai passanti o dai loro cari piccoli sassolini bianchi o fiori di prato in segno di preghiera.
Attraversato il parco si arriva
alla fermata della metropolitana NORDBAHNOF. Prendere la metro e arrivare a
FRIEDRICHSTRASSE, da qui prendere la U6 e scendere a KOCHSTRASSE per vedere il
Checkpoint Charlie.
Il posto di blocco tra la Berlino Est e la Berlino Ovest è
diventato lo sfondo perfetto per le foto di rito dei turisti, con le
guardie ormai ridotte alla stregua dei centurioni romani davanti al Colosseo. Vale
la pena vedere il Checkpoint Charlie per osservare i due giovani volti sul
cartellone che guardano dritti davanti a sé, da una parte un soldato americano,
dall’altra russo, che si contrappongono come due lati di una medaglia, a
significare l’incomunicabilità e l’antagonismo profondo di due mondi che fecero
di Berlino il terreno per il loro delicato e pericoloso braccio di ferro. Lì
accanto c’è l’ingresso al museo del Checkpoint Charlie. Premetto che il
biglietto è piuttosto caro, ma non è tanto questo il problema. Quello che manca
totalmente a questo museo è un criterio espositivo coerente. Il museo si
presenta come un’accozzaglia di oggetti e materiali di repertorio, sistemati
nel labirintico insieme della sale senza tracciare o suggerire un percorso di
visita, senza una pur minima attenzione cronologica. Non voglio negare che nel
museo vi siano conservate testimonianze uniche e toccanti della Berlino Est,
ma, a mio parere, l’assenza di organizzazione poteva essere accettabile quando
il museo fu aperto, per il desiderio di voler raccontare la vita di ieri e per l’iniziativa
spontanea delle persone che avevano vissuto quelle esperienze in prima persona,
ma non può più esserlo oggi, quando esso è ormai diventato un’istituzione
affermata e meta di turisti provenienti da tutto il mondo. A mio parere si dovrebbero
lasciare alcune stanze così come allestite nei primi anni di apertura, per
conservare il ricordo dell’irrefrenabile bisogno di raccontare e non
dimenticare il proprio recente passato, a fronte però di un restante percorso espositivo ispirato da
criteri filologici, in modo che gli oggetti conservati non appaiano più soltanto
come spunti aneddotici, ma come veri e propri documenti storici. Di sicuro
impatto all’interno del museo sono le testimonianze legate ai tentativi di
fuga: macchine con compartimenti nascosti, valigie che potevano contenere una
persona, carrucole per entrare in tunnel scavati nel fango, una mongolfiera e
un ottovolante. Il materiale esposto è ricchissimo e si possono conoscere molte
vicende legate al muro.
Vicino al Checkpoint Charlie, per
chi interessa c’è anche il TRABIMUSEUM, basta prendere la via a sinistra
proprio all’altezza dell’incrocio.
Infine, il modo migliore per
concludere l’itinerario è visitare la EAST SIDE GALLERY. Dal Checkpoint Charlie
andare a HALLESCHES TOR con la U6, prendere da lì la U1 e scendere a WARSCHAUER
STR. Il percorso a piedi dalla bellissima stazione in mattoni rossi con ponte
sulla Sprea è piuttosto breve.
La famosa EAST SIDE GALLERY è una
galleria d’arte a cielo aperto. Alcuni murales sono stupendi e i soggetti
davvero assortiti: due colombe che sollevano in volo la porta di Brandeburgo,
il curriculum vitae del muro che riporta la serie degli anni della sua esistenza,
il muro aperto da una breccia che lascia passare un fiume umano oppure
sfondato da una trabi in corsa… Percorrere tutto il perimetro di questo tratto
di muro è piuttosto faticoso, ma ne vale la pena, e ci si può sempre riposare
nel parco che si estende al di là della East Side Gallery. Terminata la visita
si può prendere la metropolitana alla fermata OSTBAHNHOF, dalla parte opposta
della strada rispetto al parco, e tornare in Alexanderplatz.
Percorrere tutto il perimetro di questo tratto di muro è piuttosto faticoso, ma ne vale la pena, e ci si può sempre riposare nel parco che si estende al di là della East Side Gallery. Terminata la visita si può prendere la metropolitana alla fermata OSTBAHNHOF, dalla parte opposta della strada rispetto al parco, e tornare in Alexanderplatz.
Ultimi consigli e poi concludo. Il percorso sulle tracce del muro è piuttosto pesante, si consiglia di dedicare un’intera giornata e di scegliere un giorno di sole. Il Checkpoint Charlie mi ha un po’ deluso per l’organizzazione, ma contiene innegabilmente un ricchissimo materiale di repertorio; di certo vale la pena non perdere il Centro di Documentazione, che è anche ad ingresso gratuito. Di fronte al Checkpoint Charlie ci sono interessanti negozi di cartoline, con foto d’epoca e in zona Trabimuseum bancarelle di oggetti della Berlino Est. Alla stazione di WARSCHAUER STR. c’è un punto LIdl, ottimo per chi deve acquistare acqua o cibo per poi incamminarsi lungo la East Side Gallery.
Ultimi consigli e poi concludo. Il percorso sulle tracce del muro è piuttosto pesante, si consiglia di dedicare un’intera giornata e di scegliere un giorno di sole. Il Checkpoint Charlie mi ha un po’ deluso per l’organizzazione, ma contiene innegabilmente un ricchissimo materiale di repertorio; di certo vale la pena non perdere il Centro di Documentazione, che è anche ad ingresso gratuito. Di fronte al Checkpoint Charlie ci sono interessanti negozi di cartoline, con foto d’epoca e in zona Trabimuseum bancarelle di oggetti della Berlino Est. Alla stazione di WARSCHAUER STR. c’è un punto LIdl, ottimo per chi deve acquistare acqua o cibo per poi incamminarsi lungo la East Side Gallery.
Infine, consiglio la visione del
film “Le vite degli altri”, immancabile per chi voglia conoscere la Stasi e il
suo modo di operare, e la lettura del libro “In fondo al viale del sole” di
Thomas Brussig, che racconta con piglio ironico e malinconico l’essere giovani
nella Berlino Est. Ed è proprio con una frase tratta da questo romanzo che
concludo: «La cosa strana
del Muro era che quelli che vivevano lì non lo percepivano come qualcosa di
straordinario. Faceva parte del loro quotidiano, al punto che non lo notavano
quasi più, e se qualcuno in gran segreto lo avesse aperto, quelli che ci
abitavano l’avrebbero notato per
ultimi».
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