domenica 30 giugno 2013

10 cose da fare a… BERLINO


Una precisazione prima di iniziare. Questi 10 consigli sono frutto di un’esperienza personale e pertanto sono ispirati da suggestioni vissute in prima persona, che, si sa, vengono condizionate dalle circostanze imprevedibili e irripetibili del momento in cui vengono vissute. Per avere un elenco razionale delle cose da fare in città ci sono ottime guide turistiche e riviste di viaggio, questo post non ha certo la pretesa di essere esaustivo, ma vuole offrire spunti sparsi e molto personali per chiunque voglia creare un proprio percorso di scoperta della città.

1)      Trovare le tracce del Muro

Ripercorrere il tracciato del muro che per ben 28 anni, dal 1961 al 1989, spaccò in due la città di Berlino, dividendo e confinando i suoi abitanti e causando 138 vittime nella capitale tedesca, è un viaggio toccante in una storia entrata soltanto di recente nelle pieghe del passato.  Lungo i 160 chilometri del suo perimetro affiorano i lacerti di questo passato prossimo, un tempo quotidianità dei berlinesi, oggi ricordo di un’epoca conclusa. In città esistono molti luoghi in cui la presenza del muro riaffiora e fa riflettere. Si va dal centro di documentazione con annessa torre panoramica, alle torrette di guardia,  al Checkpoint Charlie, il famoso punto di passaggio tra le due Berlino, fino alla variopinta East Side Gallery, dove il muro da scenario di oppressione e divisione è diventato  la più grande galleria all’aperto di graffiti del mondo, immagine di una realtà rinnovata in nome del cambiamento.
 
 
 



2)      Ammirare i dipinti di Friedrich alla Alte Nationalgalerie

Monaco in riva al mare e Abbazia nel querceto sono due delle opere più emblematiche della pittura di Friedrich, a cui è dedicata una sala intera della prestigiosa galleria della Alte Nationalgalerie. Si tratta di opere immense, che sgomentano per l’intrinseca solennità , per il senso di tensione verso l’infinito.  Lo shock provocato dal Monaco in riva al mare fece esclamare ai suoi contemporanei “non c’è niente da guardare”, forse perché un qualche accenno di vita, un evento atmosferico, una barca stagliata all’orizzonte avrebbe potuto in qualche modo attenuare quel senso di angoscia, smarrimento e attesa che anima lo sguardo umano di fronte alla vastità della natura. I dipinti di Friedrich vivono di un’atmosfera onirica, intensamente malinconica, a confine tra la vita e la morte. Per chi ama la cultura romantica ottocentesca una tappa alla Alte Nationalgalerie è imperdibile.


 

3)      Riscoprire le storie mitiche raccontate nel fregio dell’Altare di Pergamo

L’altare di Pergamo è ospitato nel museo che da esso prende il nome: il Pergamonmuseum. L’audioguida permette una visione approfondita di tutto il complesso architettonico e dell’annesso impianto decorativo. L’altare è stato infatti ricostruito con le sue proporzioni originali, mentre i rilievi dei lati non visibili sono stati posizionati lungo le pareti perimetrali. Il fregio racconta la lotta tra gli dèi olimpici e i titani, i primi raffigurati in pose erette, statuarie, imperturbabili e sicuri dell’esito vittorioso della lotta, i secondi con forme bestiali, in atteggiamenti scomposti e in pose deformate, schiacciati dalla forza soverchiante degli avversari. Saliti i gradini dell’altare ci si ritrova nella corte interna dove con un repentino cambio di registro stilistico è narrata la vita di Telefo, figlio di Ercole, che è l’unico mortale a prendere parte alla battaglia vittoriosa degli dèi olimpici contro i titani.
 
 

4)       Fissare lo sguardo enigmatico di Nefertiti

Un’intera sala di forma ottagonale e a cupola è dedicata interamente al busto in gesso della regina Nefertiti, moglie del faraone monoteista Akhenaton della XVIII dinastia, vera icona del Neues Museum, tornata visibile dopo il restauro dall’ottobre del 2009. Il nome Nefertiti significa “la bella è venuta”, tanto bella da sembrare finta perché c’è stato chi ha sostenuto che il busto della regina fosse in realtà un falso Art Déco, introdotto ad arte nel laboratorio dell’ignoto scultore di Amarna dove fu trovato nel 1912 dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt. I più continuano però a credere nella sua autenticità, la cui bellezza magnetica incanta chiunque la osservi. D’eccezione anche la cornice in cui l’opera è conservata: il Neues Museum, rinato dopo il restauro dell’architetto inglese David Chipperfield, il cui motto “conservare è meglio che rifare” ha ispirato un recupero dell’edificio che non ha cancellato le tracce delle devastazioni provocate dai bombardamenti tra il 1943 e il 1945. In questo museo la storia non è solo raccontata dai preziosissimi reperti della collezione di arte egizia, ma è stratificata nell’edificio stesso, in cui si scorgono qua e là i fori dei proiettili e le tracce scure degli incendi sulle antiche colonne.
 
 

5)      Alexander Platz o Potsdamer Platz?

Non potrebbero essere più diverse due delle piazze più rappresentative della città di Berlino. La prima, vastissima, si estende in orizzontale, è uno spazio urbano cosmopolita, attraversato dalla frenesia cittadina e animato dalle performance di giovani musicisti. Qui svettano la Torre della Televisione e la Weltzeituhr, un orologio gigante che indica le ore del mondo. La seconda si protende in verticale con la sua elegante copertura di vetro, acciaio e tela, è un elegante salotto cittadino, sede del Sony Center e del Museo e Biblioteca del Cinema, in cui trovare un’atmosfera accogliente e ovattata, perfetta per il relax. Ognuno scelga la sua preferita, pur così diverse entrambe le piazze sono entrambi luoghi in cui è ben visibile quella attitudine dei berlinesi a vivere il suolo pubblico e la loro città.
 
 
 
 
 

6)      Attraversare il monumento alla memoria dell’Olocausto

Il “memoriale delle polemiche” così è stato definito il Memoriale per gli ebrei d’Europa assassinati a causa delle forti critiche suscitate dal monumento ideato dall’architetto Eisenman. Il Memoriale sorge su di un’area di 19mila metri quadrati compresa tra la Porta di Brandeburgo e la Potsdamer Platz e si compone di 2751 stele grigio scure di cemento armato di diverse dimensioni e altezze, disposte l’una accanto all’altra, come un immenso cimitero, dove però non vi sono nomi, dediche, incisioni, simboli, nulla che possa sollecitare una reazione diretta. È un monumento senza ingresso preciso: per entrare basta imboccare uno qualunque dei mille corridoi, per poi perdersi all’interno. Il terreno su cui sono poste le stele è ondulato per cui quando scende, i blocchi di cemento si fanno sempre più alti, fino a dare un senso di caduta verso il basso, verso l’oscurità.  A risposta delle polemiche sorte a proposito delle scelte progettuali Eisenmann ha risposto “Avrebbero preferito una scultura di quattro ebrei magri, tristi e piegati dalla disperazione… Ma questo è un monumento dedicato all’oppressione di tutti. Ho sbattuto questo monumento direttamente in faccia al mondo, di fianco alle porte di Brandeburgo, a 300 metri dal Reichstag, nei giardini della vecchia aristocrazia tedesca, a pochi metri dai bunker di Goebbels e di Hitler. È nel cuore dell’Europa. Sarà qui per sempre”.
 
 
 

7)      Guardare la realtà attraverso una lente d’ingrandimento nei quadri della Nuova Oggettività di Grosz e Otto Dix esposti alla Neue Nationalgalerie

I dipinti degli artisti della Nuova Oggettività hanno l’effetto di una doccia gelida, di uno schiaffo violento. Questo movimento artistico nasce all’indomani della prima guerra mondiale, nel tragico dopoguerra tedesco. Le immagini amare, ciniche restituiscono con fredda e impietosa lucidità la realtà malata di quegli anni, soffermandosi sui dettagli ingigantiti ed estremizzati di una realtà che sopravvive moribonda e si trascina nella corruzione. Una testimonianza eloquente che non può lasciare indifferenti.
 
 
 

8)      Partecipare ad una visita organizzata dall’associazione Berliner Unterwelten

Il nome dell’associazione significa “Sottomondi Berlinesi” e dal 1997 si occupa di rendere agibili le strutture racchiuse nel sottosuolo. Berlino tra il 1943 e il 1945 fu sottoposta a massicci bombardamenti da parte dei bombardieri anglo-americani e i berlinesi trascorsero due estenuanti anni nei rifugi sotterranei. L’associazione organizza tour guidati, anche in italiano, per riscoprire questi luoghi. Sul sito http://berliner-unterwelten.de ci sono tutti i dettagli per prenotare, tra i tour vi consiglio quello che conduce attraverso i resti di due dei sette livelli della torre antiaerea di Huboldthain, una fortezza bunker in cui trovarono rifugio più di 15000 civili.
 
 
 

9)      Una visita agli scatti della Fondazione Helmut Newton

Il celeberrimo fotografo di moda è nativo di Berlino, che dovette lasciare in seguito alle leggi razziali. Poco prima della sua morte, avvenuta in un incidente d’auto a Hollywood nel 2004, creò la Fondazione Helmut Newton in uno stabile, capolavoro dell’edilizia popolare, per conservare il suo lavoro e quello della moglie, Alice Springs. Al pianoterra si trova esposta una curiosa collezione di oggetti personali, cover, allestimenti legati alla vita privata e professionale del fotografo, mentre i piani superiori sono riservati a parte della collezione della Fondazione e ad esposizioni temporanee. Nel periodo in cui ho visitato la fondazione ho avuto la fortuna di poter vedere la mostra degli scatti Polaroid di Helmut Newton: una vera chicca! (se ti interessa esiste un libro Taschen interamente dedicato a questa serie di scatti).
 
 
 
10)   Vita di cortile nel complesso di Hackesche Höfe

Non mancare di fare una visita agli otto cortili con caffè e negozi che formano il complesso di Hackesche Höfe, in puro stile liberty. L’insieme si presenta come un tranquillo e curioso labirinto di corti e corridoi, da percorrere liberamente a caccia di acquisti originali da portare con sé al ritorno a casa. Segnalo anche in tema di locali curiosi il non distante Kunsthaus Tacheles in Oranienburger strasse, un centro d’arte ricoperto da graffiti, che ospita performance pittoriche e musicali, mostre, caffè, cinema.

 


 

 
Ci sarebbe molto altro da scoprire nella città di Berlino, ma per ora mi fermo qui e auguro a tutti coloro che stanno per partire per questa città o hanno intenzione di farlo presto, oppure tengono questa meta ancora chiusa nel cassetto dei sogni di lasciarsi conquistare da questa città ricca di storia, arte e vita!













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