domenica 9 giugno 2013

Fuorisalone 2013 (II parte): Roberto Capucci a Palazzo Morando



Può nascere una scultura da tessuto, ago e filo? La risposta è sì; a riuscirci è un fuoriclasse come Roberto Capucci. Lo stilista che sa realizzare abiti che sembrano sculture e sculture che hanno la consistenza e l’eleganza di un abito, e si possono indossare. Roberto Capucci sente troppo stringente la definizione di stilista, preferisce quella di artista, e artista lo è diventato utilizzando gli strumenti del suo mestiere. Questo indirizzo del suo lavoro lo ha spinto a creare una singola collezione all’anno, da presentare, a modi di una personale d’artista, in qualunque città d’Italia sia disposta ad ospitarlo. La sua grande passione per il gesto creativo lo ha portato ad avere un occhio di particolare attenzione nel voler mostrare il proprio lavoro al pubblico. Capucci ha realizzato negli anni mostre ed esposizioni, facendo in modo che le sue opere fossero accessibili al pubblico di appassionati, e non esclusive creazioni per pochi eletti. I suoi abiti si stagliano maestosi, con imprevisti giochi di colore e forme che si espandono nello spazio grazie a soluzioni mai prima sperimentate, come liberi oggetti d’arte nati da un’ispirazione geniale e prorompente.




 
 
In occasione del Fuorisalone nella sede museale milanese di Palazzo Morando, che ospita il museo della Milano che fu e le collezioni di abiti d’epoca di proprietà del comune, Roberto Capucci ha esposto 8 abiti dai nomi legati all’uso delle linee, delle forme e dei colori da lui ideate: Cerchio, Spire, Onda, Linee, Foglie, Fascia, Crepe, Corde. Insieme alle opere di Roberto Capucci, in un dialogo affascinante e serrato tra maestro e giovani promesse, le opere di design creativo dei finalisti del concorso “Roberto Capucci per i giovani designer. Oltre (a)gli abiti . Il design prende una nuova piega”. I giovani artisti erano chiamati a realizzare in chiave nuova e sperimentale oggetti di arredamento, accessori moda, gioielli, abiti-scultura in materiali non tradizionali, stampe di tessuti partendo dalla suggestione di un abito-scultura del maestro. Come criteri di valutazione: la riconoscibilità dell’ispirazione relativa agli abiti-scultura di Capucci, la creatività, l’innovazione e l’accuratezza d’esecuzione dell’elaborato finale.

 






 Un’iniziativa che ha dato a molti giovani la possibilità di emergere in una realtà, quella italiana,  spesso refrattaria a nomi nuovi e a investire sulle nuove idee, per la diffusa convinzione che essere giovani, più che una nuova risorsa, significa essere inesperti. Questo perché Roberto Capucci crede profondamente nei giovani che, come egli stesso ha dichiarato, “hanno molto idee, sono molto creativi e hanno voglia del bello, hanno voglia di qualche cosa di diverso”, e pertanto vanno sostenuti. L’insegnamento guida che Capucci rivolge ai giovani è di credere nella creatività, che, come egli afferma, “è qualcosa difficile da spiegare, è qualcosa che passa come un fantasma, come un sogno, però bisogna dedicarci la vita”.










 
A fare da palcoscenico a questo magico connubio tra creatività di ieri e di domani le splendide sale di Palazzo Morando che con gli ambienti e gli arredi d’epoca hanno dato vita ad un allestimento affascinante per l’armonia dei suoi contrasti.


 






 
 










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