domenica 8 settembre 2013

Andar per mostre: Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti.





Oggi, domenica 8 settembre, è l’ultima occasione per visitare la mostra “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti” ospitata dalla primavera scorsa nelle sale di Palazzo Reale. Un allestimento che dedica ai capisaldi della stagione artistica di Montparnasse, Modigliani, Utrillo, Soutine, intere sale. A dominare gli ambienti il colore viola, scelto per esprimere il carattere estremo che caratterizzò le vite di questi artisti.
Qui di seguito almeno cinque buoni motivi per non perdere quest’ultimo giorno di mostra, per chi non l’avesse ancora visitata.



1)     La possibilità di vedere un consistente numero di capolavori mai esposti prima in Italia, che fanno parte della ricca collezione di Jonas Netter. È grazie all’illuminata passione per l’arte, il cui timone fu governato dall’esperto mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski, che una privata collezione parigina è diventata un  vibrante museo dei cosiddetti “anni folli”, la stagione che animò il quartiere parigino di Montparnasse nei primi del Novecento.

2)     Le vedute dipinte da Maurice Utrillo. Talentuoso figlio della pittrice e modella Suzanne Valdon, Utrillo fece della strada la sua casa, il suo atelier, la sua vita. Nelle piazze, nei palazzi, nelle vie, nelle strade, nei muri dipinti nei suoi quadri Utrillo infondeva la sua linfa vitale, il suo talento, la sua ansia di vita, in un’identificazione totale con i luoghi in cui si muoveva la sua anima abbandonata ed errante.
 
 

3)     Gli introspettivi  ritratti di Modigliani, figure ieratiche che esprimono una costante malinconia e un senso di solitudine non angosciosa, ma piena di melodia, tenerezza e bellezza. Tra questi volti spicca il delicato ritratto “La bambina in azzurro”, uno dei rari dipinti di Modigliani in cui il soggetto è raffigurato a figura intera e in cui i famosi occhi senza pupilla, rivolti verso l’io interiore del personaggio ritratto, sono sostituiti da uno sguardo ipnotico di azzurro acceso, cristallino.
 
 

4)     La pittura sconvolgente e violenta di Soutine. Soutine viene da un’infanzia crudele, poverissima, è fuggito dal suo paese d’origine per raggiungere Parigi e dipingere. Soutine realizza dei ritratti allucinati, materici, folli. Trova ispirazione nella carne in putrefazione, nel sangue di un bue squartato, nella materia corrotta che si deteriora e decompone.
 
 

5)     Il racconto di Corrado Augias che si può ascoltare nell’audioguida e nel video che conclude la mostra. Corrado Augias, autore del libro “Modigliani, l’ultimo romantico”, si sofferma in particolare sul legame tra il pittore italiano e Soutine. E così si viene a sapere che i due non potevano essere più diversi: Soutine è rozzo, a tavola non sa comportarsi, si pulisce la bocca con le mani, è selvaggio, quando il risultato di un dipinto non lo soddisfa squarcia la tela a coltellate, è sporco, tutti lo evitano; Modigliani è elegante, indossa vestiti vecchi e lisi, ma li porta come un principe, seduce le donne con la sua bellezza e la sua aria aristocratica, è amato e sostenuto dalla famiglia d’origine. Tra i due nasce un’amicizia, grazie soprattutto alla leggendaria generosità di Modigliani che lo prende sotto la sua protezione e gli insegna alcune elementari regole di comportamento. Pur così diversi, entrambi sono accomunati dal culto dell’indipendenza, svincolati da qualsiasi movimento e scuola, ma anche dalla comune sofferenza e lotta contro un male fisico, la tubercolosi per Modigliani e l’ulcera per Soutine.

Una mostra ben fatta, in cui sono esposte opere di qualità, che riesce a restituire in maniera efficace lo spirito di una generazione, quella degli artisti “maledetti”, di un luogo, la Parigi di Montparnasse e di un tempo, una breve e fervente stagione agli inizi del secolo scorso.

 










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