lunedì 31 ottobre 2011

Consiglio di lettura: “La donna che collezionava farfalle” di Bernie McGill

Ci sono casi in cui il titolo e la copertina di un libro creano un perfetto connubio di fascino e mistero, al quale, per quando mi riguarda, mi è impossibile resistere. Questo è capitato quando ho visto per la prima volta questo libro nell’edizione Bollati Boringhieri, casa editrice presso cui il romanzo di Bernie McGill è stato tradotto in Italia. Come se non bastasse, in quarta di copertina si legge: «elementi gotici e splendidi ritratti di donna fanno rinascere le atmosfere dell’Irlanda vittoriana». Perciò non poteva esserci alternativa: dovevo assolutamente leggere questo libro!
La storia è la trasposizione letteraria di un fatto realmente accaduto verso la fine dell’Ottocento, in Irlanda del Nord: Harriet Ormond è incarcerata per aver inflitto alla figlia Charlotte una punizione che ha avuto la tragica conseguenza di causarne la morte.
Ciò che rende appassionante la lettura è, secondo me, la modalità con cui l’autrice sceglie di tessere la sua storia: il lettore legge le pagine del diario di prigionia di Harriet Ormond e le lettere che la tata Maddie scrive ad Anna, ultima discendente degli Ormond. Questo espediente letterario rende la scrittura soggettiva: ogni particolare è filtrato dalla percezione di chi guarda e dalla sensibilità di chi racconta. Le due voci si alternano, profondamente diverse, a svelare progressivamente verità che solo il passare del tempo rende confessabili. Così impariamo a conoscere le due donne: da un lato la semplice e umile Maddie, dall’altro l’aristocratica Harriet, donna complessa e tormentata, razionale e implacabile nel compiere ciò che ritiene necessario. Ho molto apprezzato anche il trattamento delle intricate vicende politiche dell’Irlanda di quegli anni: non mancano accenni all’influenza che le vicende storiche ebbero sulla vita dei personaggi, ma questo senza che il dato storico soffochi la dimensione intimistica che costituisce la cifra indiscussa di questo romanzo.
Tutto è poi raccontato attraverso una scrittura delicata e poetica, intrisa di suggestioni paesaggistiche che colmano lo sguardo del lettore attraverso la restituzione vivida sulla pagina dello struggente e selvaggio paesaggio nordico tormentato dal mare che si abbatte sulle scogliere frastagliate. Il mare è un elemento costante nella vita dei personaggi e ne riempie il cuore e la mente, sempre diverso da sé: talvolta limite e ostacolo, in altri casi invece libertà e infinito.
Le pagine sono punteggiate di frasi stupende che sanno restituire con efficacia il sentire di queste due donne, ma in ogni libro trovo sempre una frase che mi colpisce particolarmente e che trascrivo su un quaderno per conservarla; in questo caso ho scelto questa: «sembra che la gente pensi, per come si comporta, che se sta troppo vicina alla vecchiaia o alla solitudine finirà per contagiarsi a sua volta. Credo che in un certo senso sia vero, perché in effetti sono cose che si prendono, se ci si sta vicini abbastanza a lungo. Però non le si prende dagli altri: le si prende soltanto da se stessi».
Non svelerò altro, spero di averti incuriosito! Perciò…buona lettura!    



Siete autorizzati a copiare il contenuto del blog a patto che citiate sempre esplicitamente la fonte con un link.

Nessun commento:

Posta un commento