martedì 29 luglio 2014

Frammenti del tempo perduto e ritrovato: Maggio


Con maggio è arrivata la primavera!
E infatti la mia voglia di stare all'aria aperta è stata soddisfatta in due luoghi speciali, unici!
Uno è il giardino Giusti a Verona, con il suo affascinante labirinto: un luogo del cuore scoperto per la prima volta quest'anno!


L'altro è invece la mia tappa prediletta del mese, per ovvi motivi: il roseto di Monza, che in questo mese non può che diventare magnifico!




Maggio è stato anche il mese di alcune letture interessanti.



La prima, in onore della mia recente breve gita nella città lagunare, è stata "La morte a Venezia" di Mann, racconto che non avevo mai letto e che mi ha conquistato con la sua atmosfera decadente.

 


Vi sono descrizioni di Venezia intrise di un senso di rovina, perdita e di morte che trasportano nel quadro percettivo del protagonista: lente d'ingrandimento su un'interiorità inappagata e colpita dalla frustrazione della noia.

Nel racconto di Mann si leggono frasi indimenticabili sulla bellezza e l'amore:

Poiché la bellezza, o mio Fedro, solo la bellezza è insieme amabile e visibile: essa è - prendine nota - l'unica forma di realtà spirituale che i nostri sensi riescono ad accogliere, l'unica che possiamo sostenere.
L'amante  è più divino dell'amato, poiché il dio è nel primo, non nel secondo.
Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, del rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo: ogni giorno, ogni ora s'incontrano, si osservano e nello stesso tempo, costrette per civiltà o per qualche personale ghiribizzo a insistere nella finzione, serbano un contegno indifferente e distaccato, non si salutano né scambiano parola. Tra loro si forma un fluido d'inquietudine e di esacerbata curiosità, un isterico bisogno, inappagato o innaturalmente represso, di conoscenza e di scambio, e soprattutto, infine, una sorta di ansioso rispetto: poiché l'essere umano ama e onora un altro essere umano fino a quando non è in grado di giudicarlo, e dall'incompleto conoscersi nasce il desiderio.

La seconda lettura è stata un omaggio dovuto ad una donna straordinaria ed è la biografia di Elizabeth Siddal di Lucinda Hawksley. Oltre ad essere la musa dei pittori preraffaelliti, Lizzie era lei stessa pittrice e poetessa. La sua vita è la struggente storia di una donna votata all'amore ideale e all'arte, con intensità e profondità più estreme e autentiche degli stessi artisti che l'hanno usata come modella e al contrario di lei hanno raccolto fama e consensi. La sua è una vita inseguita dall'infelicità, da un amore sbagliato e minata da aspirazioni fallimentari.



Tra le sue opere, questa poesia meravigliosa e un suo acquerello, intitolato Clerk Sanders, dove l'ispirazione medievaleggiante è ancor più estrema di quella presente nelle opere del suo volubile marito, Dante Gabriel Rossetti.


L’amore finito

 

Non piangere mai per un amore finito

poiché l’amore raramente è vero

ma cambia il suo aspetto dal blu al rosso,

dal rosso più brillante al blu,

e l’amore destinato ad una morte precoce

ed è così raramente vero.

 

Non mostrare il sorriso sul tuo grazioso viso

per vincere l’estremo sospiro.

Le più belle parole sulle più sincere labbra

scorrono e presto muoiono,

e tu resterai solo, mio caro,

quando i venti invernali si avvicineranno.

 

Tesoro, non piangere per ciò che non può essere,

per quello che Dio non ti ha dato.

Se il più puro sogno d’amore fosse vero

allora, amore, dovremmo essere in paradiso,

invece è solo la terra, mio caro,

dove il vero amore non ci è concesso.

(“Il vero amore non ci è concesso” traduzione italiana di Conny Stockhausen, Panda Edizioni, 2006).

 






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